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In primo piano 12.8.19

Non gli piace stare fermo

Michael Lindenmann ha 30 anni, da due anni è socio di Network e di recente è diventato direttore del gruppo regionale della Svizzera orientale e del Principato del Liechtenstein. Nell’intervista spiega cosa c’è in programma nella sua regione e com’è arrivato a iscriversi a Network. 

Michael, da quanto tempo sei socio di Network e perché?
Già al liceo ero politicamente attivo con i Giovani liberali radicali e nel periodo del mio coming out in famiglia, con gli amici, con compagn* di scuola e con i miei confratelli dell’associazione studentesca, iniziai a interessarmi alle tematiche LGBTIQ. Nel frattempo, mi ero impegnato anche nel comitato direttivo del gruppo LGBTIQ del PLD e dei Giovani liberi radicali svizzeri (RADIGAL). Durante gli studi all’Università di Zurigo avevo un lavoro part-time dal dottor Emil Schreyger, che già da molti anni era responsabile della segreteria di Network. Dopo che alla fine degli studi sono tornato nuovamente a casa, nella Svizzera orientale, avevo capito di voler fare domanda per iscrivermi a Network, dato che giudicavo di enorme importanza l’impegno di Network nella politica sociale per la parità degli uomini omosessuali nel mondo del lavoro, e in particolare nelle funzioni dirigenziali. Dal 17 maggio 2017 sono socio della sezione della Svizzera orientale. Fin dall’inizio mi sono trovato molto bene e mi piacevano molto le discussioni appassionanti fra i soci su tutti i temi possibili e immaginabili.

Di recente sei stato eletto responsabile regionale. Croce o delizia?
Dopo soltanto un mese come responsabile regionale non posso ancora tirare le somme. Si sa che presto e bene non vanno mai insieme. Ho apprezzato molto il passaggio delle consegne preparato alla perfezione da Steve Mueggler e il sostegno che mi è stato dimostrato.

Quali sfide dovrà affrontare il gruppo regionale Svizzera orientale?
La sfida più grande potrebbe sicuramente essere l’organizzazione dell’assemblea generale del prossimo anno. Per fortuna Steve si è messo a disposizione in qualità di presidente del comitato organizzativo, anche altri soci del nostro gruppo regionale hanno dato la loro disponibilità a collaborare nel comitato organizzativo. Dato che il 20 ottobre ci saranno le elezioni per il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati, la Commissione politica ci ha chiesto di organizzare anche da noi degli eventi con rappresentanti politic* con una doppia finalità: da un lato offrire a partiti e candidat* la possibilità di prendere posizione sui problemi delle persone LGBTIQ, dall’altro lato di sensibilizzare i cittadin* con diritto di voto alle tematiche LGBTIQ.

In qualità di responsabile regionale quale tema ritieni particolarmente importante?
Il mio desiderio è raggiungere il giusto equilibrio fra novità e continuità, tanto più che i soci sono contenti del programma portato avanti finora. In più, ritengo importante riuscire a garantire i contatti tra i nostri soci e i rappresentanti di UniGay, l’associazione LGBTI dell’Università di San Gallo. Dopotutto gli studenti sono potenziali soci per Network. Dal canto loro, gli studenti possono sfruttare la possibilità di confrontarsi con figure dirigenziali omosessuali sulle prospettive professionali e in generale su come pianificare la propria carriera. Un aspetto che intendo potenziare sono le relazioni pubbliche nella Svizzera orientale. Da qui mi aspetto eventuali nuovi soci per il gruppo regionale, ma anche una maggiore attenzione nei confronti di Network e per le tematiche LGBTIQ nella Svizzera orientale. A differenza di Zurigo, qui c’è ancora bisogno di un grande lavoro di divulgazione e convincimento.

Quali eventi sono segnati nell’agenda di Network della Svizzera orientale?
Oltre agli aperitivi al bar dell’hotel Einstein, tra gli highlight in programma sono sicuramente degni di nota una visita alla nuova esposizione permanente «Gallus und sein Kloster – 1400 Jahre Kulturgeschichte» (Gallus e il suo monastero – 1400 anni di storia della civiltà) presso la biblioteca abbaziale di San Gallo, la degustazione di Whisky in una distilleria della Svizzera orientale, la chiacchierata informale con l’oncologo svizzero Prof. Dr. Thomas Cerny e la visita di un negozio di moda maschile di San Gallo.

E per finire dicci qualcosa su di te. Cosa ti piace di più?
Tutto ciò che è in movimento, che si tratti di lavoro, politica o associazioni. Stare fermo non fa per me. Cerco sempre nuove sfide e mi piace provare cose nuove, che sia fondare un’associazione o riuscire a scalare la mia prima vetta di quattromila metri con un gruppo di amici.

Ma la cosa a cui tengo di più è essere socio della Schweizerischen Zofingerverein, ovvero la più antica associazione studentesca della Svizzera. Una volta iscritti si resta soci per tutta la vita. Si creano dei legami e l’associazione diventa in un certo senso come una seconda famiglia. Ci tengo moltissimo.

E cosa non ti piace?
Stare fermo. Questo non significa assolutamente che durante le ferie non riesca a stare una settimana su una sdraio con un buon libro. Per quanto riguarda la cucina, mi faccio ispirare dai piatti che non conosco, anche se il pesce e altri animali di mare e di lago mi fanno impressione. Faccio fatica con le persone che cambiano continuamente idea. Sostengo con fermezza la mia posizione, cosa non sempre apprezzata, e per farmi cambiare idea bisogna esporre argomentazioni davvero solide.

Testo: Michel Bossart
Traduzione: Angelo Caltagirone

 

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